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Rubrica bassa cucina
La sconfitta del centrodestra (nelle elezioni comunali di Sassari)
(Azazello) per gentile concessione di www.ventirighe.it
Se c'è una cosa sicura in queste elezioni – anzi due – è che Ganau ha vinto e che a perdere, più che il suo competitor Sanna, è stato il centrodestra nel suo complesso.
Una sconfitta sonora come non erano più abituati da anni e che li lascia – tutti – nella doverosa e difficile ricerca delle tante ragioni che li hanno condotti così in basso. Mi auguro che usino il tempo a disposizione per cercare di capire cosa non ha funzionato, anziché iniziare il becero balletto bipartisan dello scaricabarile, perché la destra serve e ancor più serve un'opposizione degna di questo nome, soprattutto quando, come a Sassari, la vittoria della sinistra appare sconfinata.
E gli errori stanno soprattutto negli scorsi cinque anni passati a Palazzo Ducale dalla nutrita pattuglia berlusconiana, in cui sembrava che l'opposizione la facessero alla presidente Spanedda più che al Sindaco. Qualcuno dovrà spiegare ai giovani capigruppo della destra che le battaglie sulle procedure, sacrosante quanto si vuole, non hanno mai spostato un voto e che le loro dure reprimende all'altrettanto giovane presidente d'aula hanno avuto il solo esito di far trascorrere serene settimane alla Giunta e al Sindaco.
Perché poi, quando davvero c'era la possibilità di far sentire la propria voce, capitava che i banchi dell'opposizione si sfoltissero e che le controproposte si mitigassero in mugugni. L'abbiamo visto tutti qual'è stata l'opposizione ai tempi del PUC, quando neanche la minima intelligenza del cogliere le sbavature nella maggioranza ha consigliato loro di dare sponda alle proposte di Schirru.
Li si è sentiti solo – e che stentorei! - nelle battaglie di retroguardia tradizionalista contro le unioni civili, o su amenità simili, a reggere la coda alle tensioni interne all'altra sponda senza la capacità di incidere in nessuna delle battaglie che hanno visto svolgersi di fronte a loro.
Così che quando è iniziata la campagna elettorale e si è visto Giacomo Sanna brandire il tema dell'urbanistica, a molti è tornato il ricordo di tutti quei mesi precedenti in cui il centrodestra sonnecchiava durante i dibattiti e le votazioni. Si dice che l'elettore non abbia una memoria d'elefante e probabilmente è vero, ma indietro di cinque anni in genere c'arriva: peggio per chi, come Giacomo Sanna, si ritrova ad agitare un'arma spuntata dalla scarsa credibilità dei suoi.
Che poi lo stesso Sanna abbia speso tutto un mese per far credere ai Sassaresi di essere stati malgovernati da Ganau è un altro dei misteri della politica. Anziché illustrare una possibile città futura migliore dell'attuale, il candidato sindaco sardista ha continuato a battere sul tasto degli errori della passata Amministrazione. Che ci sono stati, sia chiaro, ma non con le dimensioni da tregenda in cui le ha dipinte Sanna – e forse non nei settori cui la sua strategia comunicativa puntava.
Col risultato che mentre Ganau aveva buon gioco a proporsi come colui che garantiva la prosecuzione di un cammino di miglioramenti, in parte già evidenti, l'altro gli faceva il controcanto in minore, inanellando lamentazioni e sconforti senza riuscire a trasmettere l'idea di avere in mente una Sassari diversa da quella del passato.
I Sassaresi hanno scelto di guardare avanti e di fidarsi di un Sindaco che ha tra le sue indubbie qualità la capacità di garantire un punto d'equilibrio tra i poteri di questa città, tra i quali anche quello democratico degli elettori.
Il centrodestra dovrà cercare nei prossimi cinque anni qualcuno che abbia altrettanto appeal popolare unito ad analoghe capacità amministrative; e probabilmente dovrà cercarlo fuori dalla propria smunta compagine eletta al Consiglio comunale.
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