Il Tamburino Sardo


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Laos

Rubrica Lastrico solare

Ma dov'č questo Laos?
(Paolo Buzzanca)

Da questi luoghi, che in qualche modo possono essere considerati la periferia del mondo, l`Italia appare un paese piccolo piccolo. Di italiani ne abbiamo incontrati pochi, ma non e` questo il problema. Non ci sono nemmeno tanti turisti giapponesi, che pur invadono terre ben piu` lontane. Pero`se c`e` un cantiere di qualche rilevanza, e ci sono attrezzature e macchine, sono giapponesi. Se vedi un ponte ricostruito dopo i bombardamenti, e` giapponese, con la sua bella bandiera affiancata a quella laotania. Le automobili sono soltanto giapponesi.

Poi ci sono gli USA. Il dollaro e` la vera moneta di questo paese, sara` anche perche` a fine giornata, lavorando in kip, chi guadagna benino ha bisogno di una carriiola per trasportare le banconote. Al museo della rivoluzione, naturalmente, ci sono stanze stanze di documentazione contro gli imperialisti americani ed i loro lacche`, e non ci vuole molto a capire che molte cose sono anche vere.

Del resto questo e` il paese a cui e` toccato il piu` alto quantitativo di bombe procapite di tutta la storia e molte zone sono ancora minate. Bisogna aiutare le organizzazioni che lavorano in questo settore. Bisogna che lo facciamo noi occidentali, perche` il regime non e` in grado di farlo e la gente ha bisogno di coltivare la terra per sfamarsi.

Tuttavia i giovani di Ventiane, quelli piu` fighi, portano i geans stracciati e sognano Van Vieng, il sito laotiano invaso dagli ultimi alternativi dell`occidente, una specie di zoo dove tutto e` tollerato - e circoscritto - dall`alcool alla droga.

Evidentemente ci sono anche i francesi che, tanto per cambiare hanno un`ambasciata bellissma. Ma il francese non si parla piu`. Il regime ha avuto la mano dura: della vecchia lingua coloniale rimane il nome di qualche strada, ma a cercarlo col lanternino, non si trova un libro in francese, di quelli della generazione del colonialismo, dico. Presso rigattieri e antiquari una ciotolina di monete della repubblica francese, primi anni del novecento,  e` la testimoniuanza piu` consistente.

Alcune targhe ricordano la presenza di paesi scandinavi:conducono scavi e ricerche. C`e` anche un parco gestito dal WWF.

La prima traccia dell`Italia e` una maglietta di Dolce e Gabbana, un tempo doveva essere bianca, lascito di qualche generoso turista ad un bambino di una risaia. Poi troviamo, a sorpresa, una cartina geografica a rilievo in un`agenzia di viaggio. Segno che anche qui l`Italia e` una meta ambita dalla ristrettissima classe di benestanti. Ristrettissima, per che` mi dicono che un insegnante guadagna appena 20 dollari al mese. Un mahoud ne gudagna anche 65. Gli studi superiori sono a carico del cittadino, le strade conservano ancora in eredita` dai bombardamenti ponti d`emergenza, in ferro e travi di legno.

Beh, pensiamo che almeno in campo turistico ci siamo dati da fare, ma scopriamo subito che il Kenia fa una pubblicita` molto piu` accanita.  

Si, da queste parti siamo veramente assenti. E mi viene persino il sospetto che se le Iene interrogassero i nostri parlamentari, scopriremmo che, secondo loro, il Laos e` una provincia del Brasile.


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