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Rubrica Dispensa
Lettera aperta agli elettori ed agli eletti del Partito Sardo d'Azione
(Gruppo Mozione Marino di Sassari)
Cari sardisti,
la mozione di Ignazio Marino, candidato alla Segreteria del Partito Democratico, come voi ben saprete, rifiuta l'opzione nucleare in campo energetico, anche se chiede di non rinunciare alla ricerca, e propone una serie di iniziative e di incentivi, per "sviluppare una nuova energia dell'ambiente".
Particolarmente interessante, inoltre per la specificità ed il ruolo che la Sardegna potrebbe assumere a livello internazionale, è la proposta di "promuovere un consorzio energetico solare tra i paesi del Mediterraneo, così da creare un nuovo rilevantissimo giacimento energetico rinnovabile".
Porsi il problema della razionalizzazione dei processi di produzione e del consumo di energia spostandoli "verso le città e verso i comportamenti di individui e famiglie che con le loro azioni contribuiscono in maniera sempre più significanti ai bilanci energetici e ambientali", come sostiene la mozione, significa porsi immediatamente il problema della gestione e dell'autonomia del territorio, cioè di un federalismo sostanziale.
Crediamo che queste credenziali possano giustificare, in maniera sufficiente, l'appello urgente che riteniamo necessario rivolgervi e crediamo che la vostra storia e la vostra sensibilità non vi renderanno sordi.
Appare infatti evidente che le scelte del Governo presieduto dall'onorevole Berlusconi, che pure si vuole presentare come paladino del federalismo, in materia energetica, ha optato per scelte rigorosamente centraliste che hanno implicazioni che trascendono la scelta nucleare.
Dobbiamo renderci conto che, una volta assodato il principio che un governo possa decidere in materie così importanti senza il consenso delle popolazioni e degli organi di governo locali, non ha più senso parlare di Federalismo, Decentramento, Autonomia.
Perché queste parole, o ispirano davvero le linee di governo ed hanno valore universale all'interno dello Stato, e consentono l'autodeterminazione sulle questioni vitali, o ci verranno offerte a consolazione, come strenne natalizie.
Ora noi apprezziamo la delibera del Consiglio Regionale che respinge l'ipotesi di impiantare centrali nucleari in Sardegna, ma riteniamo che bisogna andare oltre.
Ci rendiamo conto, ancora, della complessità che comporta l'essere in maggioranza in un organismo così complesso ed importante, quale è il governo della Sardegna, ed essere, contemporaneamente, simbolo della tradizione autonomista della nostra regione.
Ma proprio per questo riteniamo assolutamente importante che i Sardisti, in questa occasione, si facciano carico di una forma più decisa di opposizione alle leggi centraliste del Governo nazionale, che di fatto mettono in crisi il principio dell'Autonomia e finiscono per promuovere la convinzione che Regioni ed Enti locali, anziché forma e sostanza della democrazia, siano ostacoli allo sviluppo del Paese.
Riteniamo che se lasciamo correre gli eventi su questa china pericolosa, vada come vada, anche la Sardegna prima o poi finirà per pagare un prezzo non dovuto.
Difendere il principio dell'Autonomia, non soltanto per noi stessi, ma per tutti, ci sembra importante ed urgente ed è per questo che riteniamo che alla delibera del Consiglio Regionale vada aggiunta un'azione di Governo, perché, a nostro avviso, non basta sostenere che lo Statuto protegge la Sardegna da questo e da quell'altro sopruso, ma occorre tutelare, promuovere, il principio stesso dell'Autonomia evitando che si affermi come valore positivo l'idea di uno stato centralista.
Per questo motivo noi riteniamo importantissimo che il Governo della Sardegna si costituisca parte, come altre Regioni hanno fatto, contro la legge, ricorrendo legalmente nelle sedi appropriate.
E crediamo che i Sardisti, ed in particolare gli esponenti del Partito Sardo eletti all'Assemblea regionale, abbiano titolo e prestigio per farsi promotori di una scelta della Giunta in tal senso.
Noi, sostenitori della mozione Marino, nel rispetto dei ruoli e dei poteri che le parti hanno, pensiamo che ognuno debba fare il massimo perché il principio dell'Autonomia, che è parte basilare della Carta Costituzionale, anzichè svilito, venga sempre più aggiornato ed adeguato alle esigenze ed alla dimensione della società moderna, convinti come siamo che lo sviluppo della Sardegna possa realizzarsi pienamente soltanto attraverso l'allargamento dei poteri e delle competenze che le derivano dallo Statuto.
Combattere il nucleare, ricorrendo ai massimi organi di garanzia dello Stato, dunque, non significa svilire la nostra Autonomia, ma rivendicarne, in maniera consequenziale, il suo carattere democratico, di baluardo contro le pretese e le tentazioni di uno Stato centralizzato.
Ritenere che questo sia problema degli altri, che non ci riguarda perché saremmo esenti per antico privilegio, porterebbe soltanto ad un indobolimento della nostra libertà, e, quindi, del nostro diritto a rivendicarne utlteriori sviluppi.
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