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Rubrica Finestre
Un ricordo di Leonardo Sciascia
(Paolo Buzzanca)
In questi giorni il ricordo di Sciascia è sport nazionale. Prima o poi doveva capitare; dopo tutto ci hanno messo un bel pezzo a rendersi conto che l'esercizio della memoria può essere un buon affare.
La memoria, infatti, serve non tanto a riportare in vita le idee degli illustri defunti, quanto a riaffermare le proprie che, senza contraddittorio, rischiano di estinguersi per noia.
Così anche intellettuali che non avrebbero bisogno di far parlare di sé, perché sono tanto sponsorizzati che di più non si può, ci spiegano, per esaltare Sciascia, che non si può scrivere di mafia come ha scritto Lui, il Maestro (mettiamoci tutti i titoli e le maiuscole che si addicono ad un grande che fu).
Scusate, ma, per batterla, questa mafietta da quattro soldi, che ha tenuto in scacco fior di Nazioni, come avrebbe dovuto descrivercela, come una bamboletta imbelle che per una strana devianza si è messa a giocar con i mitra e a fare politica, anziché far ricamini e pupi di pezza?
Perché dare un'immagine forte, di un mafioso, secondo questo Esercente della memoria, significa farne un personaggio positivo per l'immaginario collettivo! Cazzo, che analisi!
Avete presenti Farinata degli Uberti, Paolo e Francesca, Ulisse, il conte Ugolino: allora con questi personaggi titanici Dante Alighieri ha annichilito il cristianesimo?
Ma lasciamo perdere. A noi tocca un esercizio molto terra terra.
Un giorno, a Palermo a Villa Igiea, si teneva un convegno sulle droghe. Forse il titolo era al singolare, perché sarebbe strano il contrario. Da una macchina blu, con tanto di autista, non so se di professione o di elezione, scendeva Muccioli, attorniato subito, incensato, osannato da una piccola folla.
Io cercavo Leonardo Sciascia. Lo vidi più tardi al tavolo della presidenza, perché gli avevano chiesto un intervento per la "parte avversa".
I toni drammatici sfondavano il soffitto. Poi toccò a lui, a Leonardo Sciascia.
Sciascia non si alzò in piedi. "Io - disse - non sono un esperto, io non amo nemmeno parlare in pubblico, ma tutto quello che succede mi convince sempre più dell'urgenza di una politica antiproibizionista".
Credo che abbia detto anche: "come dice il mio amico Marco Pannella". Niente altro.
Tutto qui.
Fra tanti discorsi, di tanti politici, questo non lo ho mai dimenticato.
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